In sintesi
- 🎬 Non ci resta che piangere
- 📺 Rete 4 HD, ore 21:25
- 🕰️ Una commedia cult con Massimo Troisi e Roberto Benigni che racconta il viaggio surreale di due amici catapultati nel 1492, tra gag storiche, improvvisazione comica e satira, diventata simbolo della comicità italiana degli anni ’80.
Massimo Troisi, Roberto Benigni e il loro cult assoluto Non ci resta che piangere tornano questa sera su Rete 4 HD, ed è uno di quei momenti in cui la TV generalista si trasforma in una macchina del tempo perfetta. Un film così iconico, così inciso nella memoria collettiva italiana, che basta citare “Frittole, quasi 1500” per far partire un sorriso automatico. Ed è proprio questa la magia che ci accompagna stasera alle 21:25: rivedere un’opera capace di mescolare comicità surreale, satira storica e un’energia creativa irripetibile.
Non ci resta che piangere e i motivi per rivederlo oggi
La storia la conosciamo, ma rivederla non stanca mai. Saverio (Benigni) e Mario (Troisi), intrappolati da un passaggio a livello che sembra non aprirsi mai, imboccano una scorciatoia sbagliata, vengono sorpresi da un temporale e si ritrovano catapultati nel 1492. È un’idea narrativa semplice ma geniale, perfetta per far esplodere le due personalità comiche: l’impulsività toscana e l’ansia poetica napoletana, incastrate in un Medioevo che diventa laboratorio di gag destinate a entrare nella storia.
Eppure, guardandolo oggi, colpisce quanto questo film sia avanti rispetto ai canoni della comicità degli anni ’80. Non è solo un insieme di sketch, ma un vero esperimento cinematografico: un buddy movie ante litteram, un viaggio surreale che prende in giro la Storia, le sue rigidità e l’incapacità dell’uomo moderno di comprenderla davvero. Troisi e Benigni giocano con l’anacronismo come se fosse un giocattolo prezioso: Savonarola diventa destinatario di una lettera assurda, Leonardo da Vinci si ritrova davanti una bicicletta perfettamente funzionante, Cristoforo Colombo è l’obiettivo da sabotare per “salvare l’umanità”.
Il segreto cult tra Troisi, Benigni e la loro improvvisazione
Uno dei motivi per cui questo film è rimasto così scolpito nell’immaginario è la sua componente artigianale, quasi teatrale. Moltissime scene furono improvvisate, e si sente: il ritmo, il botta e risposta, il modo in cui i due protagonisti sembrano divertirsi tantissimo nel creare un mondo assurdo, funzionano ancora oggi. L’alchimia tra Troisi e Benigni è un unicum, qualcosa che non si è più ripetuto in nessuna altra coppia comica italiana.
Rivederlo oggi permette anche di cogliere dettagli che alla prima visione sfuggono: la fotografia spontanea, il modo in cui Troisi riesce a rendere malinconico anche un gesto comico, la fisicità esplosiva di Benigni che sfonda letteralmente ogni inquadratura. È un film che diverte ma che allo stesso tempo lascia una sensazione nostalgica, come se fosse una parentesi di libertà creativa irripetibile, figlia di un cinema italiano che non esiste più ma che continua a essere un riferimento fortissimo.
- Il mix linguistico: toscano, napoletano e “medievalese” inventato sul momento.
- L’impatto culturale: decine di battute sono diventate parte del linguaggio comune, da “Ricordati che devi morire!” a “Quasi 1500”.
A livello di cast, è curioso ricordare che Amanda Sandrelli (e non “Sadrelli”, come purtroppo ancora capita di leggere nelle guide TV) interpreta la damigella ricca che manda in tilt il personaggio di Troisi, dando vita a una delle sequenze più tenere e buffe dell’intero film. E poi ci sono i cammei dei personaggi storici, trattati non come icone da rispettare, ma come un pretesto per ribaltare la Storia stessa: l’idea di fermare Colombo è una trovata geniale che oggi amerebbero anche gli sceneggiatori di serie sci-fi contemporanee.
L’eredità nerd e il fascino del tempo sospeso
Riguardato con lo sguardo di oggi, Non ci resta che piangere ha quasi il sapore di un proto–multiverso comico: un universo alternativo medievale in cui due uomini moderni tentano di hackerare la linea temporale, producendo caos e bellezza. È impossibile non notare quanto influenze successivamente opere italiane e non solo, dalle commedie surreali al cinema d’autore più visionario. La leggerezza con cui tratta temi storici complessi è ciò che gli permette di restare fresco, mentre tanti altri film del periodo hanno perso smalto.
È anche un documento prezioso del talento di Massimo Troisi, che avrebbe meritato una carriera ancora più lunga e ricca. La sua comicità qui è pura poesia, fatta di esitazioni, sospiri, emozioni trattenute. In contrasto, Roberto Benigni illumina ogni scena con energia elettrica: uno yin e yang perfettamente bilanciato. Questo film è stato la prova definitiva della loro grandezza e un punto di svolta nella storia della comicità italiana.
Stasera la TV ci regala un viaggio nel tempo, non solo per la trama del film, ma per la possibilità di tornare per un paio d’ore in quell’Italia dove una battuta ben piazzata, un’intuizione geniale e un po’ di follia bastavano a creare un capolavoro. Un’occasione perfetta per riscoprire Troisi e Benigni nel loro momento più luminoso. Chi ama il cinema non può lasciarsela scappare.
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